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Performing Media

Pubblicato il: 27/11/2009 17:16:54 -


Il social networking come palestra di cittadinanza attiva in ambito educativo.
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Lo sviluppo della nostra società riguarda l’evoluzione dell’idea di spazio pubblico, dall’invenzione del teatro nella polis greca alle piazze del rinascimento. È in questo quadro che s’inserisce la creazione di ambiti ludico-partecipativi nel web per promuovere nuovi format educativi. Questo approccio può diventare un’opportunità per coniugare il principio basilare del sistema educativo, quello di formare cittadini, con la pratica culturale nel nuovo spazio pubblico che sta emergendo, quello di Internet.

In questo senso è importante la realizzazione di nuovi format culturali ed educativi di comunicazione interattiva per interpretare le potenzialità di ciò che viene definito il web 2.0, ovvero l’evoluzione della rete nel senso partecipativo, come il fenomeno dei blog e dei social networking ha reso evidente.

La rete come spazio pubblico. La scommessa principale in atto per quanto riguarda l’Innovazione è direttamente proporzionale alla capacità d’interpretare la Società dell’Informazione per ciò che può diventare: il nuovo spazio pubblico, quello di una polis fatta da informazioni prodotte dall’azione degli uomini che vivono e usano la rete come nuova opportunità di relazione sociale.

L’evoluzione del social networking (e ancor prima dei blog) rifonda il concetto d’informazione: non più solo prodotta dagli specialisti (giornalisti e autori) bensì dagli utenti dei sistemi informativi che, attraverso l’approccio interattivo, esprimono il loro diritto-dovere di cittadinanza nella società dell’informazione. Si tratta di condivisione dello spazio pubblico rappresentato dalle reti: l’infrastruttura della società in divenire.

L’utente delle reti, a partire da quella generazione che rischia di crescere da sola, può trovare il modo per portare con sé, dentro la rete globale, la dimensione locale della propria soggettività e della propria comunità studentesca, per dare forma alla coscienza dinamica della propria partecipazione attiva. Educare dopotutto significa “tirar fuori” (dal latino “educere”).

È qualcosa che è già nell’aria da tempo nella cultura digitale ma che deve ancora compiersi nell’assetto generale della res pubblica ed è per questo che è decisivo saper guardare alle nuove generazioni. Sono loro i futuri soggetti attivi di una socialità nuova che darà forma e sostanza alla figura che è ben definita da uno dei soliti neologismi: prosumer, il produttore-consumatore d’informazione.

Palestre di cittadinanza attiva. Alcune azioni, come quella svolta a Casale Monferrato per l’inaugurazione del Castello , hanno coinvolto studenti delle scuole medie superiori con interventi definiti “palestra di cittadinanza attiva”. È nato così un laboratorio ludico-partecipativo basato sull’uso di Facebook, sia per una campagna di viral communication sia per raccogliere proposte e videoritratti (pubblicati su YouTube) per poi sviluppare un geoblog che ha permesso di “scrivere storie nelle geografie” del territorio in cui si sono svolte le azioni.

Nel progetto di comunicazione sono state contemplate anche delle soluzioni particolari d’interaction design, come l’uso del bluetooth e la realizzazione di mobtag, particolari codici grafici che possono essere letti dagli smart-phone (su cui installare un apposito software) e da cui trarre dei testi o dei link attivi che rimandano ai post pertinenti del geo-blog. L’insieme di queste pratiche d’innovazione è ciò che viene definito Performing Media, una linea di ricerca che sottende una nuova forma di creatività sociale delle reti che di fatto esprime valore educativo.

Si tratta di sperimentazioni che tendono a interpretare le potenzialità creative delle nuove generazioni e che il sistema educativo può e deve contestualizzare per creare una connessione culturale tra innovazione e tradizione.

Verso una società dei saperi e dei pareri. Senza questa attenzione qualsiasi portale web apparirà come uno di quei gran portali di ranch visti nei film western degli anni Sessanta: una grande impalcatura con il deserto dietro. La fortuna delle piattaforme di social networking dimostra quanto sia possibile rilanciare una strategia di comunicazione pubblica che sia in grado di tradurre l’interattività in nuova forma d’interazione sociale ed educativa. È questo il web 2.0, un nuovo paradigma della comunicazione capace di ridefinire nuovi modelli di socialità attiva.

Ciò potrà accostare all’auspicata società dei saperi anche una società dei pareri. Le strutture relazionali della società di massa (amplificata dai mass-media) sono logore e necessitano un radicale ripensamento a partire da un più preciso orientamento della comunicazione verso target particolari, dai gruppi d’interesse alle diverse comunità della società multiculturale, fino alle diverse fasce generazionali, pensionati o adolescenti che siano.

È da considerare però che non è solo una questione di nuove funzionalità. Non è infatti solo un fatto di servizi più evoluti, di soddisfazione dei bisogni, bensì di strategia di comunicazione pubblica che solleciti il desiderio di mettersi in gioco: di partecipare a piattaforme web che sappiano valorizzare il feedback dei cittadini on line a partire dal contesto educativo. Perché si renda esplicito quanto la rete possa essere spazio pubblico.

Per rimanere in contatto con l’autore:
http://www.facebook.com/people/Carlo-Infante/728164080

http://www.performingmedia.org

http://www.teatron.org/forum/viewthread.php?tid=101&pid=4150#pid4150

La video intervista per Education 2.0


Carlo Infante

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